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Passivhaus

molto più di una semplice casa in classe A

Passivhaus  in tedesco o Passivhouse in inglese, significa casa passiva.


È uno standard costruttivo per edifici a bassissimo consumo energetico e benessere abitativo di altissima qualità, nato nei primi anni ’90 in Germania, diffuso in tutto il mondo.


Può essere applicato a qualsiasi tipo di costruzione: in muratura, cemento armato, legno, acciaio, e in zone ad alta pericolosità sismica. Sia ai nuovi edifici che a quelli esistenti in ristrutturazione.

Si basa su una progettazione accuratissima, verificata al computer, e su un'altrettanto accurata realizzazione.


L’edificio deve avere un involucro (strutture di separazione dall’esterno) ottimamente coibentato e senza ponti termici, con serramenti performanti e grande tenuta all’aria, dotato di impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di energia superiore al 75%.

La normativa nazionale in materia di risparmio energetico, sempre più restrittiva con il passare degli anni, rende facile ed economico il raggiungimento dello standard Passivhaus, soprattutto per gli edifici di nuova costruzione.

È una questione di dettagli e di scelta dei componenti: il materiale giusto, nel posto giusto, al momento giusto.


La filosofia è quella di realizzare un involucro ad altissime prestazioni e ridurre quindi al minimo l’impiantistica, attingendo la poca energia necessaria dalle risorse gratuite che usualmente vengono ignorate e sprecate. Più involucro e meno impianti.

Così facendo, il maggior costo sostenuto sull’involucro viene compensato dal risparmio sull’impiantistica sino al punto di ottenere un edificio senza alcun impianto di riscaldamento.  E questo anche a latitudini molto a nord!


Tutto ciò, significa consumi energetici minimi, costanti per tutta la vita dell’edificio.


La poca energia necessaria non ottenibile dagli apporti gratuiti, quando mancanti, potrà essere fornita da un piccolo impianto fotovoltaico, realizzando così un nZEB cioè un edificio ad energia quasi zero, obbligatori dal 2021.


È uno standard nato in Germania, paese freddo. Quindi in zone climatiche più miti, come quella mediterranea, sarà molto più semplice il raggiungimento degli obiettivi nelle stagioni fredde. Una maggiore attenzione dovrà essere rivolta, invece, alla risposta dell'involucro nelle stagioni calde.


                       Gli indici limite delle prestazioni energetiche sono:

                          - fabbisogno energetico per riscaldamento e raffrescamento: 15 kWh/m² anno

                          - potenza termica per riscaldamento: 10 W/m²

                          - fabbisogno di energia primaria totale, comprensiva di qualsiasi impianto: 120 kWh/m² anno


A dimostrazione della grande validità dei concetti sono le realizzazioni dei primi anni '90 che, pur utilizzando tecnologie di quel periodo ora superate, mantengono inalterate le prestazioni iniziali.


Dal 1992 ad oggi, sono oltre 40.000 gli edifici costruiti in tutto il mondo con questo protocollo.




"Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo."

                                                                                                                                                            (A. Einstein)

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